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Nagano-ya

Le dimissioni di Abe-san

Qualche giorno addietro Shinzo Abe, primo ministro del Giappone, si è ufficialmente ritirato dal proprio incarico per via di certi mal di pancia da stress che lo facevano proprio penare, e ora a quanto pare ha tutto il tempo necessario a dedicarsi alla sua vera passione: il golf. Senza entrare nel merito delle virtù di uomo di stato dello Shinzo, figura tanto nociva quanto impalpabile, non posso esimermi dal riportare per intero la traduzione dell'ultima edizione dell'inserto che il direttore del supermercato del mio quartiere ormai da mesi redige e pubblica in testa ai propri volantini pubblicitari.

Presidente Abe, grazie per il lavoro svolto. Ci preoccupiamo molto del suo stato di salute, e al fine di vincere la battaglia col Suo grande nemico, lo stress, riteniamo ben giusto che si prenda una pausa. Preghiamo tutti che si rimetta al meglio. Nel frattempo le raccomando di dedicarsi al massimo alla sua passione, il golf. I suoi sforzi per il bene del popolo giapponese non saranno dimenticati e la ringraziamo. Io in ogni caso a golf non ci ho mai giocato.

Le motivazioni dietro alla pubblicazione di questa lettera sono ad oggi poco chiare: mentre io, infatti, sostengo apertamente che si tratti del talento di un fine umorista e di una manifestazione di ironia tanto velata quanto puntuale, di autentica satira sociale, insomma, mia moglie che è giapponese e a quanto pare queste cose le sa mi dice che secondo lei sono scemo e che non esiste proprio: in Giapponeeeee? Vedi che sei strano eh. Al giudizio di mia moglie si aggiunge quello di un noto e pluripremiato professore di matematiche a strappo di certe prestigiosissime università americane al quale ho esposto il mio punto di vista: persona il cui giudizio ritengo tutto sommato affidabile nonostante la passione per le melanzane alla parmigiana e i tiraolio. Questi cita il rasoio di Hanlon1 e mi invita ad abbandonare le fantasticherie. Ad aggiungere lo scherno all'infamia, un noto palazzinaro del New Jersey magari non bravissimo con gli accostamenti di colore ma senz'altro efficace nei ragionamenti pratici ha colto l'occasione al balzo per confermare che anche secondo lui sono un mentecatto ed esprimere il proprio desiderio di eliminare il caro direttore e farla finita una volta e per tutte con queste fregnacce serviliste e criptofasciste che possono esistere soltanto in Giappone.

Io però, che come tutti ben sanno sono una persona autonoma nelle analisi e insomma un autentico inquisitore delle cose della natura, credo che questi giudizi siano dettati da quella miopia ignorante e bastarda tanto comune tra i grandi intelletti ordinari del mondo occidentale, sempre pronti a prendere la realtà a colpi d'accetta e a farne una questione di numerini senza badare alle sfumature di significato e alla ricchezza di intepretazioni alle quali infallibilmente il materiale umano si offre in virtù della propria natura speculare e dialettica. Per questo motivo ho deciso di presentare a voi, il grande pubblico2 il caso (umano) del direttore di Naganoya, ovvero l'avanguardia sin dalla prima colazione, certo di guadagnarmi il voto della giuria e finalmente portare a casa il bottino della verità.

Il caro direttore

Naganoya è un supermercato locale, uno di quei posti che certi democristiani di sinistra come il mio amico Puccio definirebbero legati al territorio o roba del genere, e prende il proprio nome dalla famiglia dei Nagano, attiva nel business delle merendine da ormai diversi decenni e il cui attuale capostipite è proprio il signor Yuta Nagano, del quale purtroppo non sono riuscito a trovare fotografie di certa provenienza e in merito alla cui persona mi limiterò a dire che sicuramente è di queste parti e che la sua statura non supera il metro e ottanta.

Il signor Nagano fa parte di quella risma di baciati dalla fortuna autorizzati a vivere sulle spalle dei successi dei propri padri, avendo ereditato una attività difficile da far fallire3 e con essa tutto ciò che ne risulta: uno stato d'animo privo di turbamenti superflui, il senso di sicurezza necessario a portare avanti la propria linea di sangue e il diritto a quella bonomia che si perdona all'abbiente ma che per il lavoratore onesto può soltanto essere foriera di sciagura e di dileggio. Senz'altro odioso per natura, come d'altra parte è proprio dei figli dei ricchi, che inevitabilmente ereditano la genetica egoista e truffaldina dei genitori senza il bisogno di temprare il proprio carattere nella lotta per il denaro, il signor Nagano racconta nelle lettere dal direttore pubblicate ogni martedì e venerdì in testa ai suoi volantini pubblicitari che4

Ai tempi della scuola elementare5 gli altri bambini venivano da me per incolparmi di come il ramen liofilizzato comprato al negozio della mia famiglia fosse rimasto duro come il sasso nonostante l'acqua bollente, e io chiedevo loro scusa, ma ora che sono adulto mi chiedo se chiedere scusa fosse la cosa giusta da fare.

e puntualmente intrattiene i propri lettori con spezzoni della propria infanzia, come quando ricorda che

Ai tempi delle scuole elementari (35 e passa anni fa) alla fine delle lezioni gli studenti si raccoglievano in assemblea di fronte agli insegnanti, e questi interrogavano i primi in merito a cosa ci fosse stato di buono, e cosa di cattivo, nella giornata trascorsa. Se ad esempio qualcuno diceva "...-san mi ha aiutato nei compiti" tutti applaudivano. Di contro, se ad essere menzionato era un qualche "...-kun", che per esempio nelle parole dell'interrogato lo aveva infastidito o lo aveva preso in giro, il maestro prendeva ...-kun e lo bastonava sul culo (dipendeva anche dal maestro, eh6). Per cui ora mi chiedo: cosa succede al giorno d'oggi nelle assemblee di fine giornata? GOOD LUCK7!

Questi racconti, sempre abbandonati alla carta fuori da ogni contesto e noiosi quanto basta per rasentare la soglia del dolore sembrerebbero convalidare le tesi dei miei advisor internazionali, collocandosi appieno entro i limiti fisiologici del carattere giapponese e confermando la propria appartenenza al medium comunicativo del posto. Tuttavia, una analisi prolungata, possibile esclusivamente a partire da una conoscenza della lingua superiore e da un punto di osservazione privilegiato, elementi dei quali, di fatto, soltanto io posso dirmi padrone, io che due volte alla settimana ricevo questi volantini e che due volte a settimana li decifro a fini archivistici insieme a mia moglie che mi dice come leggere i nomi di persona, questa analisi insomma, dicevamo, mi porta a pensare che dietro alle parole di questo paladino della normalità ci sia un intelletto brillante, capace di superare i canoni stilistici e contenutistici della civiltà contemporanea per esplorare la narrazione in una dimensione imprescrutabile, lontana dal testo scritto e capace di germogliare unicamente nella mente del lettore, senza mai apparire nella propria forma entro i limiti del contenuto originale.

Lettere come quella del Paese della Cuccagna, che riporto qui sotto

L'altra sera hanno trasmesso in TV La lezione: attualita' a cura di Osamu Hayashi8, e si parlava di un paese dove a quanto pare si vive sani e a lungo, il paese di Isan9, e di quanto sorprendenti siano i contenuti delle vite di chi vi abita. Al mattino, appena svegli, mangiano tutti del gran maiale (abbondante di grasso); a pranzo ramen liofilizzato10, e dopo una pennica di una mezz'ora buona si ciucciano due caramelline di zucchero muscovado; la sera, poi, due bei bicchieri di shochuu a 25 gradi alcoolici oppure, nel caso in cui preferiscano bere una birra, magari perché fa caldo, una bella birra grande, ghiacciata, in vetro. Io allora ho pensato guarda te che vita dissoluta che conducono questi qua. Eppure le statistiche sembrano indicare che che questo stile di vita, di fatto, tanto sciagurato non sia, e ciò probabilmente a causa del duro lavoro nei campi degli Isanesi11 e della loro abitudine a perdersi in lunghe passeggiate, che senz'altro aiutano a riaggiustare, quasi miracolosamente, l'equilibrio nutrizionale e fisiologico di questa curiosa popolazione. In ogni caso, e per quanto mi riguarda, credo che da questo esempio ci sia soltanto da imparare. Pertanto a partire da oggi anche io berrò due bicchieri di shochuu dopo cena!

riescono a svelare, proprio mediante l'assoluta pochezza dei contenuti che le contraddistingue, il carattere grottesco della realtà tutta, e a liberare il lettore da quella impalcatura di fregnacce che questi al giorno d'oggi in maniera pressoché inevitabile considera costituire il proprio orizzonte dei valori, la propria Weltanschauung, una presunta visione del mondo fatta tuttalpiù di parole d'ordine e concetti rimasticati, a loro volta tradotti in frammenti di bipensiero e immediatamente pronti per l'uso.

Questa aderenza assoluta alla realtà del direttore di Naganoya si traduce nello slogan del supermercato medesimo, che recita

Il segreto dei nostri prezzi è che facciamo degli sconti esagerati

e nei commenti che il Nagano stesso lascia in calce agli articoli in evidenza, sempre strettamente fattuali, come ad esempio

Pare che vendano.

A chi mi avesse seguito fino a questo punto e continuasse a pensare La Sfrocchia lei si sta sbagliando, questo è un uomo noioso, e l'unica cosa brillante qui dentro è l'acqua che lei senza dubbio mette nel gin al mattino appena sveglio mi si permetta di rispondere con una lista di nomi di pranzi in scatola offerti dal supermercato e ideati in prima persona da Nagano Yuta, direttore di Naganoya e artista finissimo12

Bento carino

Bento dell'eterno studente

Bento settebellezze

Homerun Bento

Bento dello schiaffone a mano aperta

Bento del bunt di sacrificio infinito

Moonwalk Bento

Viva viva Bento (alè alè)

Pranzo del Behemoth del Fulmine

BAAAAAAAMM SCHIAFFO NEL VISO Bento

Billy Banban13 Chicken Nanban14 Bento

Lalalanguilla bento (a base di anguilla cinese)

Bento a base di anguilla nostrana è caro scusatemi (a base di anguilla giapponese)

Sono ostriche di Hiroshima per davvero! Bento

Bento al doppio click

Bento al doppio click ritardato

⬆⬆⬇⬇⬅➡⬅➡15 bento

Bento SU SU GIÙ GIÙ SINISTRA DESTRA SINISTRA DESTRA QUALCUNO NON AVEVA CAPITO

Pommarola di nascosto Bento

Bento di nascosto senza riuscire a smettere

Bento del ballo cosacco ad alta velocità

e con questi di salutarvi con la cinquantamila lire16 della vittoria al sicuro e in tasca.


1: Never attribute to malice that which is adequately explained by stupidity.
2: Due visualizzazioni al giorno quando c'é fila.
3: Qui in Giappone la gente si ostina a continuare a mangiare.
4: Perdonatemi il periodare lungo e disorientante.
5: Il trenta per cento delle sue lettere incominciano proprio così.
6: Il direttore di Naganoya ha con le parentesi lo stesso rapporto che ho io con le note a pie' di pagina.
7: Testuale, in bretone.
8: Esempio di nome interpretato da mia moglie, che però non guarda la televisione e non è sicura al cento per cento.
9: O Isen: anche mia moglie non sa come si legge.
10: Sicuramente meno duro di quello che vendono da Naganoya.
11: O Isenesi, da non confondersi con gli omofoni abitanti della Toscana, provinciali supponenti e di nullo conto.
12: E che cercherò di rendere al meglio in traduzione.
13: Popolare duo musicale giapponese degli anni 60 e 70.
14: Popolare pietanza locale a base di pollo fritto e salsa tartara.
15: Prima parte di un cheat code per coin-op Konami.
16: Un saluto a Michelino se dovesse leggere queste righe.